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CAPITANO |
ACERBO TITO |
COMANDANTE II BTG FANTERIA BRIGATA SASSARI |
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Valoroso tra i valorosi di una gloriosa Brigata, animatore impareggiabile, fulgido esempio di bravura, di abnegazione e di fede incrollabile, eccezionalmente dotato di capacità e di slancio, sempre e dovunque eroicamente condusse il suo reparto nelle più sanguinose azioni, sul Carso, sugli altipiani del Piave. quindi nella turbinosa battaglia, benché ferito, alla testa dei suoi reparti proseguiva nel violento attacco contro preponderanti forze avversarie. Impegnata in una accanitissima mischia, minaccianto di accerchiamento, con impeto travolgente riusciva ad aprirsi a un varco, liberandosi dalla stretta nemica e trascinando seco numerosi prigionieri. Poco dopo, colpito a morte da proiettile nemico, incitava ancora i dipendenti a persistere nella lotta e spirava sul campo, inneggiando alla Patria. |
Croce di Piave, 16 giugno 1918. |
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SOTTOTENENTE |
CASELLI ALESSANDRO |
A.A. r.n |
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Giovanissimo capo equipaggio, vittoriosamente provato in duri scontri con la caccia nemica, in rischiosa azione di bombardamento, veniva attaccato da preponderanti forze che riuscivano a incendiargli il veicolo. Con calma ammirevole e sereno sprezzo del pericolo noncurante delle fiamme, portava l'apparecchio sulle nostre linee e solo allora ordinava al personale di bordo, che con audacia aveva respinto l'attacco abbattendo due assalitori, di lanciarsi col paracadute. Rimasto solo e ritenuto vano il tentativo di portare in salvo la preziosa macchina che le fiamme avevano tramutato in rogo ardente, tentava in condizioni ormai impossibili, il proprio lancio, che concludeva col sacrificio di una giovane vita che additava ad esempio della più pura ed eroica abnegazione. |
Cielo di Koritza, 18 novembre 1940 |
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TENENTE COLONNELLO |
D'ANNUNZIO GABRIELE |
A.A. r.n. |
Volontario e mutilato di guerra durante tre anni di aspra lotta con fede animatrice, con instancabile opera, partecipando ad audacissime imprese in terra, sul mare nel cielo l'alto intelletto e la tenace volontà dei propositi in armonia di pensiero e di azione, interamente dedicò ai sacri ideali della Patria nella pura dignità del dovere e del sacrificio. |
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CAPITANO |
DE CESARIS ULDERICO |
18° REGGIMENTO FANTERIA ACQUI |
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Con eccezionale calma di fronte al nemico, diede tali esempi di fulgido valore personale in ripetuti combattimenti, di ardimento nell'eseguire ricognizioni di iniziativa e di fermezza nel condurre il proprio reparto, da essere additato da tutta la divisione, ufficiali e soldati (di cui tre reggimenti per la loro condotta in quelle circostanze ebbero la bandiera decorata con medaglia d'argento al valore militare) quale valoroso tra i valorosi. |
Ruda, li 6 giugno 1915 |
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MAGGIORE |
DE IULIIS ALBOINO |
REGGIMENTO DI FANTERIA TRENTO |
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Alla notizia dell'armistizio dell'8 settembre 1943 accorreva prontamente alla caserma del deposito. Ricevuti gli ordini organizzava prontamente a difesa, con pochi uomini e con le poche armi e munizioni, un lato della stessa caserma contro probabili azioni dei tedeschi. Attaccato da forze ed armi superiori, rincuorava i propri dipendenti alla resistenza. Pur conscio della propria inferiorità rispondeva al fuoco fino all'esaurimento delle munizioni. All'intimazione di resa scaricava i colpi della sua pistola contro il nemico, finché cadde colpito mortalmente e sul suo corpo già esamine si sfogava l'ira dell'avversario con nuove scariche di mitragliatore. Puro esempio di alte doti militari e sentimento del dovere. Fedele al giuramente immolava la sua vita alla Patria. |
Trento <<Caserma Cesare Battisti>> 9 settembre 1943 |
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BERSAGLIERE |
DI BATTISTA SETTIMIO |
9° REGGIMENTO BERSAGLIERI |
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Nel Corso di un attacco di mezzi corazzati con due bottiglie incendiarie affrontava un primo carro che andava in fiamme, gravemente ferito, con supremo slancio, ne affrontava un secondo, ma dopo averlo immobilizzato veniva travolto da un terzo. Il suo eroico comportamento galvanizzava i suoi compagni di lotta che riuscivano a stabilire la situazione. Magnifico esempio di eroico ardimento di supremo sacrificio per la Patria. |
Sidi Rezegh (A.S.) li 25-26 novembre 1941 |
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CAPITANO |
DI COCCO ALFREDO |
COMANDANTE 9° GRUPPO ARTIGLIERIA DA MONTAGNA |
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Comandante di un gruppo da montagna, in posizione avanzatissima, con le sue batterie più duramente provate da intenso fuoco tambureggiante, seppe con rara e pronta perizia, con fuoco serrato, efficacissimo, decimare e disperdere dense masse di fanteria lanciate all'assalto. Violemente controbattuto dall'artiglieria avversaria, fiero e tenace rispose col suo fuoco, finché perduti uno ad uno i suoi pezzi, distrutti o seppelliti sotto le piazzuole franate, caduti morti o feriti quasi tutti i suoi ufficiali, in piedi tra i cannoni smontati, chiamati a raccolta i pochi artiglieri superstiti, faceva loro innestare le baionette ed alla loro testa si slanciava contro le folte, incalzanti ondate nemiche, cadendo fulminato da mitragliatrici. Fulgidamente eroico nel suo sublime sacrificio. |
Monfenera, 18 novembre 1917 |
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COMANDANTE |
DI FEDERICO VERMONDO |
BANDA PARTIGIANA "GIACOMO LEOPARDI" |
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A capo di una banda di partigiani ha strnuamente lottato contro le truppe tedeschè finché catturato e messo al muro insieme ad altri compagni per essere passato per le armi non si dava per vinto, ma con un gesto di sublime follia si scagliava armato soltanto della volontà e della fede contro il plotone d'esecuzione. Col gesto disperato che gettava lo scompiglio nelle file dei carnefici, e dava a se stesso la morte degli eroi, ai compagni la salvezza e la libertà. |
Arischia (L'Aquila), 11 giugno 1944 |
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SERGENTE MAGGIORE |
DI MARZIO DINO |
A.A. r.n. |
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Volontario in una missione di guerra combattuta per un supremo ideale affontava le più ardue prove dimostrando sempre esemplari virtù di esperto e prode combattente. Animato da incondizionata entusiastica dedizione per la causa cui aveva votato la giovane balda esistenza, nell'eroico tentativo di portare a termine una rischiosa azione cui era stato preposto, incontrava la morte gloriosa. |
Cielo di Spagna, li 21 dicembre 1936 |
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TENENTE COLONNELLO |
DI MARZIO GIOACCHINO |
BATTAGLIONE COLONIALE "TOSELLI" |
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Dopo essersi prodigato con eroica fermezza e consiente sprezzo del pericolo, per più giorni di asprissimi combattimenti, sempre colminati in furibonde mischie all'arma bianca, capovolgeva situazioni disperate. In un ultimo travolgente attacco, per quanto gravemente contuso in più parti del corpo, riusciva col resto dei suoi compagni a rientrare parzialmente in possesso di una delicata posizione, precedentemente perduta da altro reparto fortemente decimato, e che gli altri battaglioni avevano eroicamente, ma invano, tentato di riconquistare. Nella fase culminante della leggendaria riconquista, avuto squarciato il fianco che fuoriuscivano, per tre volte cadde e si rizzò in faccia al nemico che, attonito dalla sublime prodezza, ristette per qualche istante all'uso delle armi. Giunto all'estremo delle forze, trovò l'energia di lanciare l'ultima bomba verso il nemico, gridando << Siamo del IV Toselli>>. |
Cheren, 2 febbraio 21 marzo 1941 |
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CAPORALE |
DI NICOLANTONIO FELICE |
47° REGGIMENTO FANTERIA |
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Facente parte di un battalglione già provato da sanguinosi combattimenti ed in critica situazione, veniva incaricato con pochi ardimentosi di raggiungere ed occupare di urgenza una quota, allo scopo di prevenire e trattenere il nemico reso baldanzoso da un inaspettato successo. Con decisione e sprezzo del pericolo giungeva primo sull'obiettivo e con tiro calmo e preciso della sua mitragliatrice, fulminava l'avversario, incitando con la sua voce i camerati ed infiammandoli con l'esempio del proprio ardimento. Gravemente ferito, rimaneva eroicamente al suo posto di combattimento per tre giorni, finché mortalmente colpito al petto si abbatteva sull'arma offrendo la sua vita ala Patria al grido di viva l'Italia. Fulgido esempio di valore militare e di eroico attaccamento al dovere. |
Mai Terzorit (Quota 1381) 14- 16 dicembre 1940. |
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TENENTE cpl - PARTIGIANO |
DI PILLO EDMONDO |
REGIA FANTERIA ITALIANA - RESISTENZA |
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Ufficiale di complemento non in servizio prendeva subito dopo l'armistizio contatto con gli agenti del servizio informazioni della quinta Armata americana e pretsva volontaria continuata opera di collaborazione, compiendo numerose difficili e rischiose missioni, iniziatosi il trasporto clandestino sul litorale di agenti segreti e di radiotelegrafisti assumeva la direzione delle relative operazioni. In vista delo sbarco degli Alleati ad Anzio svolgeva azione delicata, intelligente e pericolossisima onde evitare la distruzione di importanti impianti idroelettrici ed assicurarne la rapida occupazione da parte dei patrioti. Arrestato dalle SS tedesche veniva rinchiuso in prigione assieme alla moglie e poi barbaramente trucidato. Fulgido esempio di patriottismo e di consapevole audacia. |
Roma (La Storta) novembre 1943 - 3 giugno 1944 |
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MARESCIALLO C.A. |
DI RESTA MARINO |
ARMA DEI CARABINIERI |
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Addetto a nucleo operativo di Comando Provinciale, rintracciati unitamente ad altro militare, quattro malviventi armati che poco prima avevano rapinato un rappresentante di preziosi, pur consapevole della situazione d'inferiorità, non esitava ad affrontarli per prevenire la fuga. Notato il commilitone sul punto di essere proditoriamente sopraffatto, dando prova di generoso altruismo e sereno sprezzo del pericolo, usciva arditamente allo scoperto intimando ai malviventi di lasciare libero il collega. Investito da violenta azione di fuoco, replicava prontamente con l'arma in dotazione riuscendo a ferire tre malfattori prima di cadere a terra esanime al suolo attinto da numerosi colpi. L'Eroico comportamento consentiva di salvare la vita al commilitone e successivamente di pervenire all'identificazione ed alla cattura dei quattro malviventi, di recuperare la refurtiva, nonché di sequestrare numerose armi e munizioni. Fulgido esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere, spinto fino all'estremo sacrificio. |
Pescara, 16 settembre 1996 |
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SENIORE DELLA MILIZIA |
GIANSANTE NICOLA |
CXXXVI BTG C.N. D'ASSALTO |
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Comandante di battaglione CC.NN. , da lui temprato in dura vigilia con impulso trascinatore, conduceva i suoi uomini in combattimento con ferrea azione di comandante e col baldanzoso spirito di lotta. Incaricato di conquistare munita posizione nemica posta sulle cime di aspri contrafforti, superava d'impeto ostacoli e numerosi sbarramenti di fuoco, serrando, dopo una sere di prove vittoriose, a distanza d'attacco dal difficile obiettivo assegnatogli. Ingaggiato furioso combattimento e scorto un suo reparto gravemente compromesso dalla soverchiante pressione avversaria, si lanciava alla testa di pochi uomini al fine di prestar loro soccorso. Ferito seriamente ad un braccio non desisteva dal suo proposito ed avanzando, alfine, da solo, in un ultimo furente slancio, scompariva nel gorgo dell'impari lotta, immolando la sua vita, osteggio generoso della vittoria costantemente caticinata dalla sua limpida ed ardente fede di soldato. Sublime esempio di ardimento di illuminata e cosciente dedizione alla Patria. |
Zona dei Mali Trebescines (Fronte Greco) il 26 - 29 gennaio 1941 |
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ALPINO |
MAZZOCCA GIUSEPPE |
9° REGGIMENTO ALPINI - BATTAGLIONE L'AQUILA |
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Porta munizioni di una compagnia alpina da più giorni duramente impegnata in aspri sanguinosi combattimenti difensivi contro un nemico numericamente superiore, dava ripetute prove di ardore combattivo, percorrendo con calma e sereno sprezzo del pericolo tratti di terreno scoperto pur di fare affluire regolarmente le munizioni necessarie alla propria arma. Costretta la propria compagnia a ripiegare di fonte all'accresciuta pressione nemica e per le gravi perdite subite, si preoccupava solamente che le casette di munizioni, forzatamente abbandonate dai compagni deceduti, non cadessero in mano al nemico. Più volte sfidando la intensa reazione delle armi automatiche che lo avevano individuato, si portava insieme a un compagno sulla trincea abbandonata e recuperava il prezioso materiale. Nell'ultimo tentativo, rientrato incolume sulla nuova postazione tenuta dalla propria squadra, ed accortosi che il suo compagno era rimasto sul terreno ferito, benché consigliato a desistere, non esitava ad uscire nuovamente allo scoperto per portargli soccorso. In tale generoso tentativo veniva colpito una prima volta da una raffica di mitragliatrice che li stroncava un braccio. Incurante del dolore, aiutandosi con il braccio ancora valido, in uno sforzo eroico di volontà, tentava di portare a salvamento il compagno trascinandolo, coi denti, e le cassette di munizioni. Un colpo di anticarro lo abbatteva poco dopo insieme al camerata che aveva tentato di salvare, accomunando i due valorosi nel supremo sacrificio. Fulgido esempio di elette virtù militari, di generoso cameratismo, di ardente attaccamento al dovere. |
Quota 204 Ivanowka (Fronte Russo) 22 dicembre 1942 |
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GENERALE DI BRIGATA |
PAOLINI GIUSEPPE |
COMANDANTE DIVISIONE ACQUI |
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Diresse con senno e con coraggio, sotto violentissimo fuoco nemico, l'avanzata della propria brigata. Ferito ben quattro volte, non volle lasciare il campo di battaglia, finché non si fu accertato dell'esecuzione degli ordini impartiti. Mirabile esempio di cosciente ardimento. |
Poggio di quota 65 a nord di Selz 21 ottobre 1915 |
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SOTTOTENENTE |
VERROTTI FRANCESCO |
40° REGGIMENTO FANTERIA |
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Assunto volontariamente il comando di un importante caposaldo, resisteva con tenacia ed ardimento ai reiterati, violenti attacchi nimici. Ferito all'addome, rifiutava di lasciare il posto di combattimento e continuava ad incitare i propri fanti. Caduto il titolare dell'unica armata controcarro, ne prendeva il posto e continuava l'impari lotta fino a quando, ferito una seconda volta e più gravemente, cadeva privo di sensi sulla postazione. Caduto prigioniero e trasportato in ospedale, vi spirava dopo circa un mese di gravi sofferenze con serenità e stoicismo. |
Marmarica 21 novembre 1941 |
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